Beh, qualcosa su questa Azienda lo avrete già letto quando Vi ho presentato quel “Tocai” incontrato per caso…
Ma è necessario ritornarci (e lo sarà ancora in futuro) perchè Guerra Albano è una realtà che va indagata attentamente per le produzioni attente e per la filosofia rigorosa.
Siamo a 3Km a Nord di Cividale, in quella Torreano che sembra ospitare più Aziende importanti che case.
Guerra Albano, appunto, e poi Jacuss, Valchiarò, Volpe Pasini: mo volo alto e sogno un tavolo attorno al quale riunirle tutte per parlare di Territorio e Qualità…
Comunque, tornando al nostro Protagonista, Dario impersona la terza generazione di vendemmie e la prima di imbottigliatura.
La stagione 1992 è quella che segna il passaggio dal vino “da damigiana” a quello delle bottiglie.
Un percorso che tutt’oggi prosegue cercando di unire quell’internazionalizzazione che il mercato richiedava negli anni ’70/’80 (Sauvignon, Pinot Grigio…), con la valorizzazione degli “autoctoni (Pignolo, Ribolla Gialla, Malvasia, Picolit, Tocai…).
L’ultimo progetto risale alla vendemmia 2018 e riguarda il Pinot Nero, quel “bianco vestito di nero” che se trattato con particolare cura, è in grado di regalare profumi raffinati: una sfida per il vignaiolo.
La produzione ruota attorno ad una Ribolla Gialla di cui, dopo essere stati i primi a produrne una spumantizzata Metodo Classico, saranno i primi a produrne una “macerata” e forse gli unici ad averne in catalogo 5 etichette.
Vabbè, torniamo al nostro vino.
Oggi si parla di Refosco (dal Peduncolo Rosso).
Uno degli autoctoni più importanti del FVG, ingiustamente lasciato in un angolo negli anni ’90/’00 perchè ritenuto troppo “difficile”.
In realtà, alla base c’era un problema agronomico: vitigno generoso per natura, faceva cadere spesso il vignaiolo nella tentazione della “quantità”.
Ne risultavano vini “strong”, dai tannini verdi e di difficile gestione.
Oggi, con le nuove tecniche di campagna e cantina, sono stati fatti grandi passi in avanti ed i rRefoschi “moderni”, sono sempre più apprezzati anche sui mercati internazionali.
A mio avviso, quello di Dario è un blend con una certa percentuale di Faedis a fare cifra tonda con la rimanente parte di Refosco dal Peduncolo Rosso.
Mi spiegherei così come quest’ultimo, intenso, corposo e dai profumi importanti, venga riportato alla ragione dal primo che, più elegante, apporta anche acidità e freschezza (ma magari mi sbaglio ed è solo fantasia).
Una ouverture di piccoli frutti rossi schiude il naso alla prugna ed alla ciliegia su un letto di elegante mineralità dove una sottile nota ematica rivaleggia con un non so che di liquirizia.
Sorso fresco e sapido in cui non stona l’importanza dei tannini sapientemente addomesticati da un legno affatto invadente.
Un Refosco che non “tuona” e che ben si spende dall’aperitivo alle carni rosse.
Un bicchiere che aggrega e consolida amicizie.
In enoteca a circa 11€.