
Dell’Azienda di Roberto Scubla, sarà per me sempre l’indelebile immagine di un Alex (Martincigh) che, come moderno condottiero, arriva rombando in arcione al suo lucente trattore blu (ma questa è una storia lunga e magari ve la racconto un’altra volta).
Quella di Roberto è la storia di un biologo racchiuso nel corpo di un bancario che, per fortuna, nel 1991 decide di mettersi a fare il vignaiolo.
La sua Azienda dovreste cercarla ad Ipplis di Premariacco, magari dovrei darVi l’indirizzo, ma trovo più romantico stimolarVi a cercare il “grande gelso” che riempie le etichette.
Il tesoro che Roberto custodisce lo circonda e lui gli fa buona guardia.
Colli Orientali del Friuli, 12ha di ponca, 12 etichette (se non ho contato male) e circa 50000 bottiglie.
Grande cura in campagna ed in cantina.
Ai vini (come alle persone) eleganti servono pochi fronzoli e quelli di Roberto sono “acqua e sapone”.
Più che “territoriali”, direi: “identitari”
Non gli assegnerei esattamente la mia personale “medaglia d’oro” della sua scuderia ma, questo è il mio periodo del SAUVIGNON Blanc, e quindi…
Se cercate la lettiera del gatto, beh: avete sbagliato indirizzo!
Il risultato del sapiente mix di 4 cloni è una meraviglia che riempie il calice.
Mi aspettavo la frutta in primis, esotica magari ma, tra le note fumè, sono gli agrumi a dettare il ritmo e la salvia ad arrotondare un dolcissimo peperone.
Assaggio degno della “perfida Albione” brillante come può esserlo il “britpop” dei Blur ed elegante come le “signore” che si incontrano ad Ascot.
18€, forse un po’ meno, in enoteca.