Magari qualcuno storcerà il naso ma io, VIGNAMAGGIO, non la conoscevo proprio (ma d’altronde, come saprete, il Sangiovese non è proprio la mia passione).
Ci arrivo grazie a Edoardo Rota (Winefood 2.0) ed ad una cena organizzata per mascherare la voglia di “assaggi” in periodo di COVID.
400ha nel pieno dei più paradigmatici panorami che il Chianti Classico può offrire.
600 anni di storia ed un fondatore importante: la famiglia Gherardini.
Sisi: proprio quella di Monna Lisa (alias la Gioconda)!
Oggi la proprietà è sudafricana, l’imprinting “francese” ed i prodotti “modernamente toscani”.
Motore dell’Azienda sono 70ha vitati e condotti in biologico (ma non posso dimenticarmi di 11ha di uliveto e non potrò non voler scrivere qualcosa anche sul loro EVO).
A 300-400 m slm, argille, sassi ed il fiume Greve si spartiscono geologicamente due future sottozone caratterizzate rispettivamente dal “Macigno del Chianti” dal lato di Lamole e dalle marne argillose sul versante di Panzano.
Inutile dire che qui, il Sangiovese la fa da padrone.
Non vanno però dimenticati quegli “internazionali” che hanno dato grandi soddisfazioni alla Toscana del vino: il Merlot ed il Cabernet Franc (quello loro: uno dei primi fatti in purezza se si considera che la prima annata dovrebbe essere del 1990).
Alla Famiglia fondatrice è dedicato questo “GHERARDINO” che utilizza un 15% di Merlot a fare 100 con il Sangiovese.
Un naso “moderno” ed ammiccante.
Forse un po’ troppo “femminile” (per il mio personalissimo gusto) per quelle note floreali che, se da un lato ben inquadrano il profilo sensoriale delle colline Toscane, dall’altro distraggono dalla vegetalità del vitigno, dalle note minerali e da quegli sbuffi di china e cuoio che completano il naso di un vino che, in bocca, conferma le complesse impressioni olfattive.
Una buona freschezza ed una morbidezza che stempera la buona trama tannica.
Da assaggiare assolutamente, magari con delle Pappardelle di San Lorenzo del Pastificio Artigiano Fabbri al ragù di cinghiale tanto per rimanere nel territorio.
Ora, mentre Voi lo potrete trovare in enoteca per una quindicina di Euro, a me non resterà che cercare il modo per assaggiare il resto della produzione aziendale, EVO compreso e Cabernet Franc in testa (sono davvero curioso).