A volte la fortuna è solo un approccio come quello del più classico: “intanto, vuoi un goccio di vino”?
“E questo che roba è”?
“È roba delle parti tue, ma me ne è rimasto solo un goccio che sta lì da parecchio tempo”.
Ficco il naso in CANUS con queste premesse e…mannaggia a me e alla mia curiosità!
“MEZZO SECOLO” di nome e un’etichetta di una razionalità disarmante sono un pungolo che spinge i miei sensi in un vortice di emozioni che, nonostante il “po’ di tempo”, hanno ancora l’effetto di un tornado.
85% Merlot e 15% Refosco dal Peduncolo Rosso: due autoctoni (il primo ad honorem, il secondo per davvero) che simpaticamente competono nel calice dandosi di gomito tra le morbidezze dell’uno e le spigolosità dell’altro.
Prugna e visciole in una nuvola eucaliptica racchiuse in una scatola di sigari di cuoio spesso.
L’assaggio è coerente e maledettamente territoriale, minerale e polveroso come la ponca, spesso e fine come nei broccati tannini.
E sapete cosa Vi dico?
econdo me, con un buon cioccolato fondente 90% cacao, non ci sta per niente male.
Stavolta ho voluto cominciare dal fondo perchè dal fondo (della bottiglia) sono partito.
CANUS sono 20ha di flish eocenico tra lo Judrio e la Brda slovena.
Confini geografici che scompaiono nei prodotti di una terra dura che regala come poche altre.
Certo appena la difficile situazione attuale mi consentirà di tornare in Friuli, non mancherò di fare un salto in quel di Gramogliano, perchè le persone che imbottigliano emozioni bisogna conoscerle e perchè non solo vorrei assaggiare la parte di bottiglia che di questo “1/2 SECOLO” ancora mi manca, ma non posso dimenticarmi delle altre etichette di questo Produttore che, se tanto mi dà tanto, avranno bisogno di tutto l’affetto che enoevo saprà riservargli.
p.s. niente prezzo (perchè proprio “economico” non è, ma : “semel in anno licet insanire”).