Che roba è?
PETillant NATurelle: ‘sti francesi!
Noi siamo più “contadini” e quindi preferiamo chiamarli “colfondo” o, se vogliamo fare i fighi, “Metodo Ancestrale”.
In ogni caso stiamo parlando di vini a metà strada tra il “Metodo Classico” ed il tradizionale sistema di vinificazione.
In pratica sono vini che vengono imbottigliati mentre stanno subendo il primo ciclo di fermentazione e che, personalmente, definirei “imprevedibili” (per non dire “fuori controllo“).
In Francia nascono nei freddi territori della Loira, da noi, più banalmente, vengono da un Veneto nel quale era uso acquistare damigiane di vino nuovo in inverno, imbottigliarlo in casa quando aveva ancora un certo residuo zuccherino e berlo “frizzante” in Primavera (italianamente: poca filosofia e molta pratica).
Quando ho visto le foto della bellissima etichetta di questo PROJECT XXX “PÉT-MAT” è stato il mio cervello a rifermentare ed ad innescare il meccanismo incontrollabile della curiosità.
Chi
CANTINA CALDARO ed Andrea Moser non hanno certo bisogno di presentazioni e tutti li conosciamo per l’eleganza e l’altissima qualità dei prodotti con cui ci deliziano.
Impossibile quindi trattenersi dal voler ficcare il naso in questo “progetto” così fuori dagli schemi, sia per la provenienza che per il packaging (un pet-nat senza tappo a corona deve riservare per forza qualche sorpresa).
Cosa
Project XXX: eXplore, eXperiment, eXclusive.
eXclusive vuol dire vini unici (che poi siano in edizione limitata, 700 bottiglie in questo caso, poco mi interessa: non li colleziono, li bevo).
Questo pet nat viene da uve coltivate a 500m slm su terreni ricchi di scheletro calcareo e porfido, ammostate con “i piedi” (non si dice da chi), pressate a mano e lasciate fermentare con calma serafica in inox fino a raggiungere 24g/l di residuo zuccherino.
La parte di eXperiment, quella che ne fa un vino differente dai suoi confratelli è la tradizionale tappatura con tappo a corona e bidule solo inizialmente.
Seguono un anno di “riposo”sui lieviti, la sboccatura (agosto 2020) e la tappatura definitiva con il classico tappo a fungo.
Si, però?
L’eXplore sta nella degustazione.
L’etichetta, bellissima, già ti fa capire di essere di fronte ad un Jolly.
Chi si aspetta il classico Pet Nat beverino ed amicone, rimane spiazzato (e poi è “Mat” e non “nat”).
Un vino difficile da interpretare con i canoni classici della degustazione.
Naso?
Pulitissimo di mela in un mare di agrumi verdi e freschissimi.
Bocca?
Come si dice a Roma: ECCALLÀ!
La prima sensazione stordisce: polvere!
Polvere che devi rimuovere piano piano, come un archeologo, per scoprire che sotto sotto ci sta tutto quello che avevi sentito con il naso ed anche qualcosa di più, fino ad una delicata mandorla finale.
L’ho stappato ed assaggiato…ho fatto finta di dimenticarmelo per 1 giorno, per 2 giorni…sempre lo stesso e sempre qualcosa in più.
Un vino di “stacco” che lascia di stucco.
Mi piace?
BOH?! Direi di si, assolutamente, ma devo studiare ancora tanto.
Il resto
La cosa brutta è che, ficcando il naso come mio solito, ho scoperto che ‘sto progetto comprende pure un Pinot Grigio prodotto nel cabalistico numero di 666 bottiglie ed un Cabernet Sauvignon solo nel “boccione” (magnum è un termine troppo francese per me) per 150 fortunati (veramente credo ci siano anche un Sauvignon, un Pinot Nero, un Caldaro Classico Superiore ed un “CUCKOO’S EGG” che mi rimanda ad un romanzo di spionaggio di Clifford Stoll).
Assaggiarli? Un MIRAGGIO!
Mannaggia alla curiosità!
GRAZIE Kellerei Kaltern!
GRAZIE Andrea Moser!