
Aprilia il Comune.
Colli Albani il Territorio.
Laddove i depositi dell’antico Vulcano Laziale degradano verso il mare, c’è l’Azienda di Emiliano (Fini).
Nel solco della tradizione laziale e dei vitigni autoctoni, la scelta di Emiliano non poteva non che cadere sulla Malvasia Puntinata (regina incontrastata delle vigne laziali) e sul Grechetto.
Da conferitori a Produttori, il passo è stato breve.
Gli impianti sono del 1988 e la prima annata in commercio è questa 2017, uscita con calma per dar modo al vino di evolversi al punto giusto rispecchiando quell’idea che Emiliano e sua moglie hanno del fatto che i vini bianchi non debbano essere bevuti “subito”.
10ha, 7 vitati e solo una piccola parte di questi dedicata alla produzione (20000 bottiglie).
Numeri piccoli con potenzialità di crescita ma con la ferma volontà di rimanere quella “piccola realtà” nella quale il Produttore può davvero fare la differenza con la sua presenza in vigna.
2 le etichette attualmente sul mercato (ed un Trebbiano da vecchie vigne “in divenire”) territoriali anche nel nome: “CLETO” e “LIBeNTE” (Aho: poco più di 2500 bottiglie ciascuno!).
“LIBeNTE” suona leggero come le brezze di LIBeccio e poneNTE che asciugano le vigne di Emiliano.
Solo e soltanto Malvasia Puntinata.
Scontata l’aromaticità dell’assaggio, meno la sua impronta marcatamente territoriale.
Tutto si fonda sulla vulcanica mineralità e su quell’onda marina di sottofondo sulle quali si innestano verdi note di prato e di frutta croccante.
Niente di esotico: tutto “local”.
Il sorso è piacevolmente sapido e citrino, lungamente presente ed accompagnato dal finale classicamente ammandorlato tipico del vitigno.
In enoteca a circa 15.00€