L’incontro
Le etichette di Collelluce sono firmate Franca Malavolta, e Franca la incontro al Vinòforum 2020.
Un caso davvero! Visto che, stante il fatto che non sono un amante di manifestazioni del genere e che la “complicata” situazione COVID avrebbe consigliato di restare a casa.
Lo stand di Vinario 4, tuttavia, mi regala ancora sorprese ed ancora una “donna del vino”.
La Vernaccia Nera: un po’ di storia
Quanto conosco la Vernaccia di Serrapetrona?
Beh, il tanto che mi consente di inquadrarla geograficamente tra Camerino e Macerata , geologicamente in un’area alto-collinare della dorsale marchigiana caratterizzata da litologie calcaree e calcareo-marnose degradanti in alto ed argillose in basso.
Poi so che questo raro spumante rosso naturale (vinificato invero anche fermo senza però potersi fregiare della DOCG) rappresenta un’eccellenza proveniente da solo 45ha di Territorio.
Un disciplinare unico, rigoroso e restrittivo fatto di Qualità e pazienza.
Varrebbe la pena assaggiarla anche solo per rendersi conto di cosa vuol dire fare tre vinificazioni differenti per mettere in bottiglia un unico risultato.
E poi basta…o quasi.
Quindi mi sono dovuto documentare storicamente e scoprire che sin dal tempo dei romani, la zona di Serrapetrona era declamata per i suoi vini intensamente colorati, che la sua produzione vera e propria inizia nel XV Sec. e che alla fine dell’800 era talmente irrisoria che il vitigno venne dato per estinto.
Franca ed il suo lavoro
Comunque: Franca mi piace da subito!
Piglio, passione, conoscenza…
Presenta il suo lavoro come solo chi lo ama può fare (e non esita, giustamente, a riprendermi, invitandomi a correggere post sbagliati per poca attenzione o financo ignoranza: un’occasione in più, per me, per imparare che, anche, le parole sono importanti).
Mi dice che a volte viene anche accusata di crederci troppo ma a lei non interessa: preferisce la Qualità all’aspetto commerciale (anche perchè, mi confida, ha la fortuna di non vivere di vigna)
Nata in campagna, abituata da sempre ad essere la prima consumatrice dei propri prodotti (oltre che a venderli al mercato), ha un concetto del BIO che non posso non condividere, nessun certificato ma coscienza che non vuole avvelenare lei (in primis) e gli altri consumatori poi.
La Qualità ben impressa in testa, nessun timore, anzi ricerca, del confronto con gli altri per raggiungere obiettivi che sposta sempre più avanti.
Ricerca della Qualità soprattutto attraverso l’analisi sensoriale in tutta la catena agroalimentare (grano ed olio compresi) ed un fratello pasticcere che si picca di usare farine di qualità ed olio EVO.
Certo, qualche cruccio ce l’ha.
Il rimpianto che i grandi produttori abbiano in qualche modo girato la testa dall’altra parte ed abbassato il livello qualitativo a favore della quantità, il rimpianto per un “sistema Marche” che mi dice essere non troppo diverso da quello abruzzese, con i piccoli produttori che, per quanto bravi e tenaci, sono abituati a lavorare come quegli scolari che coprono i propri compiti con il braccio per non far copiare, impedendo così la crescita di un movimento che farebbe il bene di tutti.
Non disdegna di portare in degustazione, quando possibile, oltre ai vini anche le uve ritenendo sia questo il sistema migliore per far riscontrare a chi chi assaggia come nel bicchiere ci sia il Territorio.
L’Azienda
Dal 1998 l’hobby di famiglia è rappresentato da 4 ettari di Territorio a 500m slm da cui provengono meno di 30000 bottiglie e quelle 7 etichette che Vi fanno capire quale versatilità nasconde questo vitigno.
Poca roba rispetto ai numeri dei grandi Produttori che operano in zona e che, purtroppo, danneggiano in qualche modo l’immagine della Vernaccia sul mercato imponendo un prezzo certo non consono ai vini ed al lavoro di chi, come Franca (ed il marito/enologo Bruno Iacopini), opera con standard decisamente superiori a quelli richiesti dai disciplinari.
Un lavoro di attesa, in vigna prima ed in fruttaio poi.
Un lavoro premiato dalla splendida annata 2020 ma che è stato anche frustrato dall’impossibilità di produrre in annate come la 2013 ad esempio.
Un lavoro fatto con il cuore e l’occhio attento principalmente alla Qualità di quelle uve che, selezionate grappolo a grappolo, per almeno il 40% del totale raccolto, dovranno appassire anche 3 mesi prima di divenire la base di partenza di quei vini che sapranno poi regalarci le splendide emozioni che ritroveremo nel calice.
Emozioni di vini sempre freschi e briosi perchè imbottigliati “con il contagocce”.
I vini
Vernaccia di Serrapetrona spumante “SECCA” DOCG (50% di passito): oddio, secca…
Secca, per uno come me che ” le bollicine si ma solo pas dosè” è un parolone!
Diciamo: secca si ma con garbo.
Un occhio rubino ed un frutto inebriante accompagnano quella nota carbonica particolarmente gradevole.
Direi che in tavola la mettete e non la togliete più, “sgrassa” il giusto e doma benissimo formaggi anche stagionati e salumi impegnativi (sono curioso di provarlo con il cotechino).
Vernaccia di Serrapetrona spumante “DOLCE” DOCG (50% di passito): forse la più rispondente alle mie aspettative (che peraltro non amo i vini dolci).
La bottiglia che Vi farà alzare la glicemia!
Difficile infatti fermarsi al primo bicchiere ma, ahimè, anche al primo cantuccio o ciambellina.
“XXIV CANTO” (100% passito):
“Questi”, e mostrò col dito, “è Bonagiunta,
Bonagiunta da Lucca; e quella faccia
di là da lui più che l’altre trapunta
ebbe la Santa Chiesa in le sue braccia:
dal Torso fu, e purga per digiuno
l’anguille di Bolsena e la vernaccia”.
(Dante, Purgatorio, XXIV canto)
Qua c’è solo Vernaccia Nera passita e nient’altro!
È un vino che mi spiazza!
Un vero uppercut! Meglio del Pejote!
Inebria, confonde, ammicca e colpisce.
Confesso che, pur non vedendola male con quel dessert per cui è forse pensata, la spenderei forse meglio su qualcosa di selvatico e/o con formaggi muffati.
“CARTELLA 8“: è un richiamo molto personale al passato di Franca ed alla sua passione per il bel canto.
Se nella piramide aziendale vogliamo per forza di cose trovare una base, beh: eccola.
Spezie e frutti di bosco si rincorrono in un calice rosso rubino che vorreste tutti i giorni in tavola.
Niente di eccessivo e tutto al posto giusto; il vino per Voi ed il vino per gli Amici che vorreste avere sempre vicino.
Shhhh! Non lo dite in giro ma io l’ho abbinato (frescofresco) ad una pasta con alici, pomodorini e pecorino e…ho dovuto aprire la seconda bottiglia.
“BRECCE ROSSE” (92% passito): un’idea di Merlot (8%) a fare 100 con la Vernaccia Nera.
Giusto quello che serve per arrotondare il sorso rendendolo più caldo e corposo.
Alla grande con le carni rosse ma, nella mia consueta discontinuità al sistema, se lo servite con il pesce farete sgranare gli occhi ai commensali e riceverete non pochi complimenti.
“10” (100% passito): è la celebrazione dei primi 2 lustri dell’Azienda (nonchè un’edizione limitata alla sola annata 2009).
Una selezione delle selezioni parcheggiata in barrique per aggiungere rotonde tannicità e speziature intriganti a quel bouquet tipico della Vernaccia Nera fatto di frutta rossa matura (tanta prugna ed un po’ di amarena), sorprendentemente sapido nel suo sorso abboccato.
Anche qui: formaggi “seri” a gogo!
“87Km” (100% passito): 100 giorni nelle cassette di legno ed un nome che certifica la distanza tra la casa di Franca e le vigne.
Una sorta di monumento all’impegno ed alla passione che ci mette nel fare Qualità.
Inutile dire che abbinarlo ai dolci è troppo scontato e che con i formaggi decolla!