E siamo di nuovo qui a parlare di Antonello (al secolo Anton Maria) Coletti Conti.
Perchè è doveroso ma soprattutto perchè ci piace!
Siamo ad Anagni, città dei Papi (quattro dei quali hanno avuto a che fare con la Famiglia Conti).
Al cospetto dei Monti Ernici, non più Castelli Romani ma ancora dominio di quello che fu il Vulcano Laziale.
Qui, i terreni eterogenei ma di chiara origine vulcanica danno risultati sorprendenti e variegati.
E sono terreni di questo tipo quelli che compongono la “Caetanella” scrigno di tesori che ha cambiato più volte padrone tra le Famiglie Conti e Caetani e che ora è custodito da Antonello.
Fedele alla Juventus, ai Pink Floyd (ed ovviamente Guelfo “schieratamente” papalino), Antonello è stato il primo della sua famiglia, ad imbottigliare vino.
Oggi non siamo qui a parlare di quei suoi cavalli di razza a base Cesanese di Affile che da anni mietono premi ovunque, ma di un’etichetta che, al nome “HERNICUS“, affianca quello di “Passerina del Frusinate”.
Credevo di non averne più ed invece, l’altro giorno, mi ha teso un agguato in cantina ed ora, eccomi qui a parlarVene.
Nonostante Antonello definisca il vitigno come “sostanzialmente un trebbianaccio” (ed effettivamente alla famiglia del Trebbiano toscano appartiene), il vino che ne deriva è sorprendente!
Paglia e oro all’occhio, lasciano il campo alla frutta bianca (mela e pesca), ad un grappolo di fiori d’acacia ed ad un finale meravigliosamente vegetale al naso.
In bocca l’agrume insegue la mandorla talvolta avendo la meglio, ma entrambi devono alzare bandiera bianca di fronte ad una freschezza che, se non fosse per la discreta morbidezza che la affianca, Vi costringerebbe ad aprire una bottiglia dopo l’altra.
Un vino sbarazzino per colpa del quale sarà estremamente difficile liberarVi dei Vostri compagni di bevute e che, in tavola, spenderei benissimo su una zuppa di legumi anche molto ricca.
In enoteca a circa 10€.