Arrivo a POGGIO RIDENTE grazie all’EVO e ad una collega assaggiatrice che mi fa dono di una bottiglia di Albarossa bio.
Ovviamente indago e mi imbatto, come fosse una mia nemesi, in un’altra storia di “donne e vino”.
Cecilia Zucca custodisce una parcella di Territorio sulle assolate creste del Monferrato in quel di Cocconato (tiè: fa pure rima).
A 500 metri slm, POGGIO RIDENTE occupa quella che è nota come “Riviera del Monferrato”, 9 frazioni e 1500 abitanti scarsi nell’astigiano.
13 ettari vitati su 20.
Biologico in odore di biodinamico vuol dire per me un’altra sfida, considerando la personale ritrosia verso queste tipologie di vini.
È però doveroso rendere onore a Cecilia per una scelta fatta non per seguire le mode ma a salvaguardia della biodiversità e con l’idea di far esprimere in pieno ai suoi vini, il territorio da cui provengono.
Primi impianti nel 1998 e svolta BIO nel 2009.
Mi piace lo spirito combattivo di Cecilia, mi piace il suo gettare il cuore oltre l’ostacolo e mettersi in gioco decidendo di imbottigliare un Ruchè di Castagnole Monferrato in onore del suocero che fu uno dei primi a farlo.
E mi piace che abbia deciso di dedicarsi all’Albarossa.
L’Albarossa è una chicca che in tutto il Piemonte occupa forse 60h, ed il vigneto “Del Marusè” sta lì dentro.
Vitigno degli anni 30 nato dal matrimonio tra Barbera e Nebbiolo di Dronero.
Impenetrabile all’occhio ed intricato all’olfatto.
Inebriante di violetta e di erbe di campo e poi more, mirtilli, un pizzico di alloro ed il giusto di spezie (poi: spazio alla fantasia!).
Celticamente ferroso, fresco e caldo all’assaggio, rimanda in pieno a quanto apprezzato al naso.
Tannico il giusto.
In enoteca a ca. 10€.
p.s. l’Azienda ha in catalogo altre 5 etichette che, a questo punto, non potrò non assaggiare; per il mio piacere e per renderVene conto in un articolo più corposo e sicuramente meritato.