ANTEFATTO
Dall’11 al 20 Settembre è andato in onda il VINÒFORUM 2020.
Un’edizione particolare che, in qualche modo, voleva sfidare la sorte che sembrava ever segnato tutte le manifestazioni programmate in quello che ricorderemo come l’anno del COVID-19.
Perplessità alla mano, ho deciso di accettare gli inviti di amici Produttori e Distributori ed essere una delle formiche che avrebbero popolato l’area di Tor di Quinto.
Nonostante abbia le mie opinioni in merito, non è questa la sede per discutere sull’opportunità o meno di volere a tutti i costi rispettare il tabellone, quindi: si dia inizio agli assaggi!
GIORNO #1
Conscio di non poter assaggiare tutto (e mi scuso qui con quanti avrebbero meritato e non ho potuto visitare), inizio il giro, per dovere di invito, dallo stand di ATWine e…comincio bene!
VIGNE TONICHE sta ad Esperia (FR).
Azienda familiare da 12000 bottiglie alla prova d’esame per il primo imbottigliamento nessuna IGT o DOC ad affermare ancora una volta, se ce ne fosse bisogno, che la Qualità non passa dai disciplinari.
A loro va il mio premio “CORAGGIO” per la dedizione posta nella valorizzazione di vitigni autoctoni pressocchè sconosciuti.
“REALE” è Reale in purezza, forse il più diffuso vitigno a bacca bianca di questa porzione di Frusinate.
Fresco, beverino ed aromatico di un potente rosmarino (degno di un coniglio alla cacciatora in bianco).
“HESPERUM” è invece Olivella Nera (ricordate il vino CECUBO?).
Fresco (addirittura da pesce direi), troppo fresco ed ancora un pochino“scomposto” nonostante sia un 2018 (sotto le mentite spoglie di un’etichetta 2019), tuttavia: davvero un bel vino!
10ha e 15000 bottiglie sono i numeri di AZIENDA AGRICOLA CASAL DE LUCA.
Aprilia (Campo Verde), da quest’anno ufficialmente BIO, attaccata a tradizioni e Territorio ma con lo sguardo al futuro come si può facilmente capire dai vitigni utilizzati.
“INCANTO” è Pinot Grigio 100% a tradire lo stretto legame del Sud pontino con il profondo NE.
Meno intenso ed elegante rispetto alle tipicità friulane ma estremamente fresco e sapido.
Solo acciaio e vendemmia in parte anticipata alla metà di Agosto anche per le basi spumante.
“MIRÒ” è invece Merlot 100% e passa almeno 12 mesi in barriques americane e francesi di primo passaggio.
A mio modestissimo parere, molto “Americano” nelle sue vanigliosità un po’ troppo invadenti a coprire le note caratteristiche di un vitigno internazionale in teoria ma ormai autoctono in pratica.
“PUROSANGUE” è infine Petit Verdot 100% affinato allo stesso modo del Merlot.
A questo 2017 che segna la prima vendemmia aziendale (la 2018 non è stata imbottigliata per scelta), dai tannini ancora verdi e poco integrati, il legno non ha fatto assolutamente male, anzi: forse ce ne sarebbe voluto di più.
CANTINA BACCO sta a Nettuno ed ha alle spalle 60 anni di storia.
“PANTASTICO” è Cacchione (chè Bellone lo facciamo dire a quelli fighi) 100%.
Circa 13000 bottiglie di un vino che ci riporta al tempo di Plinio e che ha il plus di provenire da impianti su “piede franco”.
Davvero una bella interpretazione di questo vitigno che manifesta qui sapidità pazzesche che incitano a finire la bottiglia.
SIDDÙRA è l’ultima cartuccia della prima serata: me la sparo alla grande quando mi invitano a sedermi sul divano.
Cosa mi spinge all’assaggio? Non lo so ma quell’accento che fa capolino su tutte le etichette mi intriga (e mi rimanda ad un altro Produttore di cui leggerete in un’altra occasione).
Se avessi dovuto giudicare dal packaging, avrei moltiplicato per 10 le 250000 bottiglie prodotte e, sinceramente, avrei assaggiato con qualche ritrosia.
Sapete bene che considero l’etichetta un po’ il biglietto da visita della bottiglia ed in questo caso: porca paletta, sono tutte uguali! TROPPO UGUALI!
Ma per fortuna il mio duca Claudio Cifalinò (pure lui con l’accento) mi guida nell’assaggio iniziando dai Vermentini (criomacerati e no).
“MAÌA” e “SPÈRA” sono molto beverini, simili ma non uguali, a seguire una filosofia produttiva che proseguirà nelle bottiglie successive.
“NÙDO” è Cannonau rosato.
Rosato quel tanto da nobilitare l’etichetta trasparente con le sue nuances.
In bocca c’ha il mare e, senza alcuna offesa, i grappoli di cozze aggrappati agli scogli.
“BÀCCO” 2017 è Cagnulari di ciliegia e cenere di camino.
“ÈREMA” 2018 ci porta nel Cannonau, molto fresco ma ancora un po’ scoordinato.
“TÌROS” (parola etrusca per vino) 2015 Sangiovese e Cabernet Sauvignon con le note verdi del Sangiovese non ancora stondate dal Cabernet e dai 5 anni di affinamento.
“NÙALI” è Moscato da formaggi che riprende le strade di fumo e Mediterraneo già percorse dai suoi fratelli e accenna di nuovo alle cozze di “NÙDO”.
INFINE
Non contento del primo giorno, me ne concedo un secondo per onorare qualche altro produttore.
E la seconda puntata trascorre tra conferme, sorprese ed imbarazzi.
Il Tocai “NEXUS” di VALCHIARÒ lo assaggio solo per gola, perchè sono fresco di un passaggio
diretto in cantina e nulla avrebbe potuto sorprendermi di questo che è, ancora una volta, il “miglior bianco del FVG”.
Quello di SCUBLA me lo regalo con la scusa di farlo assaggiare ad un amico.
Del Lazio mi concedo le emozioni che regalano il “FRASCATI SUPERIORE” di GABRIELE MAGNO e “AMALTEA” di FEDERICO ARTICO.
Poi un breve “passaggio a vuoto” che schiude ancora una volta perplessità su quei produttori che non assaggiano il lavoro degli altri e su quelle guide (niente menzioni) che assegnano premi (niente menzioni) dimostrando di fare altrettanto.
A rimettere le cose a posto ci pensa “INALTO IN ROSSO” 2016 di INALTO VINI D’ALTURA DI ADOLFO DE CECCO, che mi assesta il primo uppercut della serata: un vino pazzesco!
Una brezza freschissima che trasporta il bosco e lo fonde con note incredibili di rosmarino, salvia, mentolo.
Davvero un’Azienda che merita un approfondimento nel brevissimo termine
Lo stand di Vinario4, cui va il mio personale riconoscimento per il bel lavoro di promozione che fa, è l’ultima stazione della serata.
In sala d’attesa mi consolo con le certezze regalatemi da PODERE 29: “UNIO” conferma la fusione perfetta tra il packaging bellissimo ed il prodotto di livello altissimo (60% Nero di Troia e 40% Primitivo).
“AVIA PERVIA” è invece la novità che dimostra come un Primitivo elevato in acciaio possa sorprendere naso e palato.
All’AZIENDA AGRICOLA COLLELUCE (e a Franca Malavolta) va il mio personalissimo premio “SORPRESA”.
3.64ha del territorio di Serrapetrona magistralmente interpretati da 5 declinazioni di Vernaccia Nera.
Spumantizzata (da 8 a 14 mesi sui lieviti!), ferma o passita: non dite che non c’è quello che cercate!
Il naso dello spumante “SECCO” (50% secco e 50% passito) è un vero barattolino di pepe macinato al momento e la bocca fa da amplificatore.
“CARTELLA 8” è il “base secco” dell’Azienda: da subito una ciliegia croccante freschissima (fin troppo forse) che, dopo qualche minuto però, si assesta ed ammalia.
“BRECCE ROSSE” è un 8% di Merlot a fare 100 con il 92 di Vernaccia passita.
Nessuna invadenza da parte delle barriques di 2° e 3°passaggio che si limitano ad arrotondare le sensazioni che mi aveva regalato lo spumante secco.
Assegno poi il premio “BOCCA APERTA” a due vini dolci (quelli che normalmente non amo troppo): lo Spumante “DOLCE“e quell’“87 Km” che certifica i chilometri che separano i vigneti dalla cantina.
Lo SPUMANTE è pazzesco e già lo vedo accompagnare un tagliere di salumi.
“87 Km” è, infine, quel passito da formaggi che i tuoi amici vorrebbero gli offrissi quando vengono a trovarti.
In chiusura, MEDAGLIA D’ORO e MENZIONE D’ONORE e standing ovation per Nicola di Noia ed EVOO SCHOOL ITALIA per aver allestito una vera “isola di Qualità”, scoglio in mezzo al mare ed approdo sicuro per quei naufraghi che volevano fuggire alle sirene del bere per bere.
BRAVI!
Ed ora?
Ed ora mi toccherà andare a “ficcare il naso” da un sacco di BRAVI Produttori che meritano davvero di essere conosciuti meglio da me e da Voi.
Stay tuned…