Il dove
Spoltore ha storia antica e alterne appartenenze provinciali (Teramo e Pescara) moderne.
20000 abitanti a guardia di castelli normanni e conventi francescani.
Ed è proprio nel Convento di San Panfilo fuori le mura che ha sede una delle più recenti e dinamiche cantine della zona: TENUTA PESCARINA.
È uno degli ormai consueti casi di: “porca miseria! Sta dietro casa e non la conosco!” In cui mi imbatto periodicamente.
Il chi ed il cosa
Vino, in primis, ma anche EVO e pasta!
Davvero un sacco di roba!
Troppa per non andare a ficcarci il naso!
Ed è in una calda giornata di Luglio che Francesco Cerulli Irelli (giovane, dalle idee molto precise e con radici profonde nella cultura e nell’agricoltura) mi spalanca le porte del convento (appartenente alla sua famiglia fin dai primi anni del XX Sec.) in fase di restauro e profonda ristrutturazione.
Difficile pensare ad una location più elegante per ospitare un’Azienda che, dai primi del ‘900 e fino ad una decina di anni fa, sugli 80h (5 vitati), si occupava essenzialmente di cereali ed allevamento.
Poi Francesco ha deciso di puntare sulla vitivinicoltura di qualità espiantare i vecchi impianti a tendone, rinnovare la cantina e…eccoci qua!
Territorio ed interpretazione
Vitigni del Territorio (Pecorino e Montepulciano) impiantati in un areale particolarmente vocato.
Un microclima perfetto dovuto alla minima distanza dal mare in contrasto con l’altrettanto ridotta distanza dalla Majella: ventilazione costante, nessun ristagno e praticamente zero rischio di muffe.
3 etichette 3: un Pecorino in purezza (acciaio) e 2 Montepulciano (1 acciaio ed 1 barrique).
L’assaggio conferma quanto il nuovo enologo (casualmente incontrato in Azienda) mi racconta.
Nessuna volontà di standardizzare, bensì lasciare che il vino racconti il Territorio.
Le ultime annate, particolarmente calde e siccitose, costringono ad un surplus di lavoro in vigna, scoprire meno le uve, fare attenzione all’epoca di raccolta (un pochino anticipata per il Pecorino ed il Montepulciano “base” mentre si aspetta la piena maturità fenolica per il “MASCALICO“).
I vini
“IL CONVENTO” è Pecorino di quello che si trova sempre meno spesso.
In questa annata 2017 all’assaggio, dimostra di avere ancora spalle grosse per sopportare ancora qualche anno di bottiglia (e se mi dicono che la 2019 ha più acidità: mi fido).
Una volta tanto niente di esotico tra la frutta che invade naso e palato e tanto mare nel finale sapido ed elegantemente ammandorlato.
“LA TORRE” mostra la faccia “acciaio” del Montepulciano.
Nessuna concessione ammaliante, tanta freschezza e frutta croccante con le giuste spigolosità che mi aspetto dal vitigno.
La lunga chiusura è dedicata alle spezie ed alla china.
Una bottiglia da finire presto, per aprirne un’altra…
“MASCALICO” (2015) è l’altro volto del Montepulciano, quello nero, balsamico e speziato prima ancora che rosso di frutta.
Barrique che stonda ma non invade, aggiungendo tostature di caffè ed un sigaro da fine pasto ad un vino complesso ed elegante senza essere mai altezzoso o supponente.
Non un vino “PER” meditare, ma un vino “SU” cui meditare.
In calce, una piccola nota a sottolineare il fatto che internet mi svela il significato dell’etichetta ricordandomi che Francesco, oltre che ottimo ospite e illuminato produttore, è anche un grande dell’equitazione (ma DAVVERO grande!).
L’EVO
Un occhio puntato anche all’EVO di qualità.
Qui c’è forse la necessità, mi permetto di dire, di “aggiustare” un pochino il tiro, ma le potenzialità sono davvero alte ed il fatto che l’idea di Qualità sia ben fissa in testa mi da la certezza che le prossime campagne olearie daranno un prodotto di assoluta eccellenza.
La Pasta
La ciliegina sulla torta è poi la Pasta!
Ancora un “esperimento” a detta loro (anche se, onestamente, confessano che una parte della famiglia ha avuto a che fare per molto tempo con questo prodotto) ma, personalmente, trovo stiano già facendo un lavoro di tutto rispetto; ineccepibile la qualità della materia prima, solo qualche piccola “sbavatura” nel processo di essiccazione che, una volta corretta, ci consentirà di avere sulla tavola un prodotto di altissimo livello.
Insomma, anche stavolta io ho imparato un sacco di cose ed a Voi dico: andate a Spoltore di persona, per Voi, per i Vostri occhi e per il Vostro palato.