Valle d’Aosta, tra il Piemonte e la Francia.
Una parcella di Territorio che si impenna subito dopo Pont St. Martin verso le vette più alte d’Europa.
A parte un anno di militare, per me è stata principalmente terra di scorribande alpinistiche e, negli ultimi tempi, l’ho riscoperta come scrigno di alcune perle ampelografiche nonchè simbolo dell’uomo che VUOLE fare il vino anche dove la natura non darebbe il permesso.
Viticoltura eroica, filari tenacemente piantati a sfidare la legge di gravità e la quota massima della vite.
Principalmente vitigni internazionali ma non poche chicche autoctone che non si possono davvero lasciare nel dimenticatoio: Petit Arvine, Priè Blanc, Fumin, Prëmetta, Cornalin, Petit Rouge, Malevoisie…
Jovençan sta sulla sponda destra della Dora Baltea, quando, dopo aver lasciato Aosta, cominciate ad aver voglia di vedere il Monte Bianco.
E a Jovençan c’è, dal 1995 l’Azienda LE CLOCHER di Danilo Charrère.
4ha di vigna tra i 550 e gli 850m slm in piena zona “TORRETTE”.
La manifestazione “era uva”, alla fine dello scorso mese di Ottobre è stata l’occasione per conoscere Danilo, farci due chiacchiere e scoprire quanto ci sappia fare in campagna ed in cantina.
Un piccolo tocco di modernità, rappresentato da filari un pochino più distanziati rispetto a quanto la tradizione valdostana vorrebbe, consente l’utilizzo di piccole macchine per facilitare il comunque difficile lavoro in vigna.
Raccolta rigorosamente manuale con maniacale attenzione alla pulizia.
In cantina poco o niente di chimica e lieviti tutti autoctoni (selezionati dall’Istitut Agricole Règional).
Acciaio e legno ben dosato.
Circa 35000 bottiglie ed una decina di etichette (mica poche!) equamente divise tra rossi e bianchi.
Il loro “FUMIN” (2016), nella sua gioventù, dimostra comunque pugno d’acciaio in guanto di velluto.
Un vino testardo, aggrappato al limite superiore di coltivazione della vite che dovete aspettare in vigna e nel calice se volete capirlo.
Un vino ben presente, masticabile, tannini decisi ma avvolgenti.
La Vallée in un calice: la resina dei boschi alle pendici delle vette più alte d’Europa, la terra umida sotto il tappeto di aghi di pino.
Frutti rossi e succosi in un contesto di spezie e financo cacao.
In enoteca intorno ai 13€