Il “MERCATO CENTRALE” è una enclave di Qualità nel caos che governa quella parte di Esquilino che è la Stazione Termini.
Lo scorso 8 Febbraio in questa location è andata in onda quella manifestazione fortemente voluta da VINARIO 4 che, sotto il nome di “2 PASSI IN VIGNA”, ha raccolto una trentina di Produttori provenienti da tutta Italia per presentare le proprie eccellenze enologiche.
STUDIARE IL “CAMPO DI BATTAGLIA”
All’arrivo mi accorgo subito che c’è tanta ciccia sui tavoli! e già prevedo il duro impegno che mi aspetta.
Butto un occhio alle etichette ed alle Regioni prima di tuffarmi nella mischia e saltare di palo in frasca, in un balletto che mi porterà da Nord a Sud più volte in una commistione di assaggi che, per piratesca ribellione, decido fin d’ora che non separerò per tipologia.
Tuttavia, per evitarVi inutili mal di testa, farò cortese dono di una suddivisione geografica delle diverse proposte.
IL PIEMONTE
Cominciamo dal profondo Nord Ovest, da quella Val di Susa conosciuta tanti anni fa alpinisticamente e che ora ritrovo nel bicchiere.
L’AZIENDA AGRICOLA ISIYA è una piccola (chè 2ha sono davvero pochi) e tenace realtà che Vi porta fino a 1000m slm, tra filari che toccano con un dito il limite superiore della possibile coltivazione della vite
Ed è al loro “AVANÀ” 2018 (vitigno misconosciuto e/o abbandonato al pari del Ramiè) che assegno senza alcun dubbio il Premio “SENTORE PIÙ FIGO”! Credetemi sulla parola (ma meglio sarebbe correre ad assaggiarlo), lo dico facendogli i miei più grandi e sinceri complimenti: associa a facilità e piacevolezza di beva non comuni, delle magiche note di “cotechino” (sic) che me lo fanno immediatamente abbinare a quella “brovade e muset” che tanto mi fa sentire a casa (parlando di Friuli).
Uno spettacolo!
E poi “‘I GLACIE“, un ice wine che è davvero “tanta roba”, si guadagna il Premio “IMPEGNO” per quello che richiede produrlo (anche solo psicologicamente) e per i suoi sentori tostati e di caramella al sesamo: intrigantissimi.
LA LOMBARDIA
Come in un ballo, faccio un piccolo passo a destra e mi ritrovo nella Lombardia de “AZIENDA AGRICOLA LE STRIE” che ad etichette da “acchiappo” (in lizza fino all’ultimo istante per il Premio “PACKAGING”), associano sorsi che attirano come le Sirene di Ulisse (o forse sono incantesimi da streghe?).
La prima sorpresa è il loro SASSIFRAGA, beverino come pochi nonostante una trama tannica tutt’altro che nascosta, cui segue poi un VALTELLINA SUPERIORE che cela dietro una sorprendente freschezza i suoi 10 (dico DIECI) anni di bottiglia!
E poi lo SFORZATO! secco e “fuori ordinanza” a completare un’offerta che vorrei riassaggiare più volte per far finta di capirci qualcosa di più.
LA TOSCANA
Scendendo lungo lo stivale arriviamo nella Toscana di TENUTA MONTAUTO.
Siamo a Manciano, già Toscana ma quasi Lazio, dove oltre a bei cristalli di quarzo, guardacaso, potete trovare anche un’Azienda Agricola a 360° come questa.
E se il loro VERMENTINO è il classico vino “da mare”, per quelle serate in cui il tramonto ci chiede anche più di un calice, il CILIEGIOLO comincia a chiedere un po’ di impegno in più e rimanda subito alle note di quel Sangiovese sempre meno presente nei nostri bicchieri con le proprie peculiarità
“ENOS I” è il primo “colpo basso”! un Sauvignon da vigne vecchie che ti spiazza inducendoti all’azzardo negli abbinamenti e preparandoti poi psicologicamente all’impatto di un PINOT NERO dal meraviglioso finale amaricante e supportato da una bella spinta salina.
TENUTA MONTAUTO: “ENOS I”, il Sauvignon “vigne vecchie” TENUTA MONTAUTO: il Metodo Classico
E se le sorprese continuano con l’interessante METODO CLASSICO da Sangiovese (24 mesi sui lieviti), il colpo del KO lo da “ZERO”: un Ansonica “naturale” da assaggiare assolutamente”!
2 anni di botte scolma a regalargli la ricercata nota ossidativa ed una struttura che non esito a definire tannica!
È lui a vincere, a mani basse, il Premio “RESTA DI STUCCO”.
TENUTA MONTAUTO: “0” Vi “lascia di stucco”! TENUTA MONTAUTO: “0” Vi “lascia di stucco”!
E ci sono anche un EVO IGP Toscano (1000 le piante dell’Azienda) e la pasta proposta nei formati Fusilli e Linguine proveniente da grano Senatore Cappelli; ma per queste altre 2 proposte ci vuole un supplemento d’indagine.
TENUTA MONTAUTO: anche l’EVO TENUTA MONTAUTO: e pure la pasta
Proseguiamo il tour toscano arrivando in quel di Scansano, dove “I BOTRI DI GHIACCIOFORTE”, combattono una strenua battaglia per valorizzare quel Sangiovese testardo ed irriverente i cui filari annusano il profumo del Tirreno ed affondano le radici in terra etrusca.
Non amo il Sangiovese (alcuni di Voi lo sapranno), ma in quello di “VIGNAIBOTRI” c’è poco da amare: qui è passione travolgente per un vino di estrema verticalità che, a discapito dei già 5 anni trascorsi in bottiglia, vorrei avere la possibilità e la pazienza di assaggiare di nuovo tra 1 o 2 lustri!
Un vino oltre le mode ed oltre le denominazioni, territoriale e didattico al punto da spingermi ad auspicarne l’elevazione a CRU.
IL LAZIO
Dalla Toscana al Lazio il passo è breve e ne approfitto dunque per riassaggiare il lavoro di VITUS (VIGNAIOLI TUSCOLANI), proposta cooperativa che sotto l’ombrello della qualità raccoglie una quarantina di produttori tra Monte Porzio Catone, Roma, Frascati, Grottaferrata e Montecompatri.
“METAMORFOSI” e “SELCEROSSA” le loro etichette,Frascati Superiore DOCG la prima, Roma DOC Classico Rosso la seconda.
Davvero una bella prova d’autore per questi “ragazzini” appena affacciatisi sul panorama romano cui va con pieno merito il Premio “NUOVE PROPOSTE”!
Il Frascati è quello di una volta, con una corposa grassezza ed una bella spalla acida che ne fa ben sperare per l’assaggio da qui a i prossimi (almeno) 3 anni.
Del rosso, per fortuna, Mauro (De Angelis) me ne serve solo un goccio, perchè è un vino da bere con la cannuccia a finirne un’autobotte! Fresco, beverino, ma di struttura tutta “tuscolana” con un interessante corollario di spezie.
MUSCARI TOMAJOLI è poi una giovane Azienda che ci riporta nell’Alto Lazio con tre proposte che dimostrano come si possa entrare subito alla grande nel mondo del vino quando si hanno idee ben chiare in testa.
Molto belle le etichette che, nulla fanno per nascondere la tradizione etrusca della zona.
“NETHUN” è un clone corso di Vermentino dalla grande freschezza e mineralià.
“VELCA” è un rosato da Montepulciano che poco maschera il tannino e le spigolosità del vitigno regalandoci un sorso interessantissimo e complesso.
Di “PANTALEONE” (Petit Verdot), c’erano le annate 2018, 2017 e 2016 che ben illustravano andamenti climatici e potenzialità del vitigno: il primo di grande freschezza e belle speranze, il secondo condizionato dall’annata difficile ed il terzo ancora meravigliosamente vivo e ricco di note che arrivavano fino al caffè ed al cioccolato.
MUSCARI TOMAJOLI: gli etruschi sull’etichetta e nel calice MUSCARI TOMAJOLI: gli etruschi sull’etichetta e nel calice
LA CAMPANIA
ERMMÀ (AZIENDA AGRICOLA SANSONE) è l’altra Azienda a tutto tondo della serata.
In bottiglia l’Aglianico del Cilento “LOCUS AMOENUS” ha un’energia solo parzialmente mascherata da un calore tutto meridionale, dimostrando di essere ancora un ragazzino dopo 5 anni di affinamento; ed il Premio “TENACIA” lo diamo all’EVO prodotto da piante secolari e declinato in un blend (GOCCE DI PRINCIPIO) ed in una monocultivar di Pisciottana (PYX) a riempire anche e nell’ordine i barattoli di Tonno e di Alici che, insieme ai tradizionali Fagioli di Mandia rappresentano le proposte conserviere dell’Azienda.
ERMMÀ (Azienda Agricola SANSONE): “LOCUS AMOENUS” ERMMÀ (Azienda Agricola SANSONE): 360° di Qualità
LA PUGLIA
L’ultimo step della serata mi traghetta in quella Puglia sempre più sorprendente non solo per la qualità delle proposte, ma anche per la cura del packaging.
Un altro premio per il sentore, lo regalo a PODERE 29 ed al loro Minutolo “GELSO BIANCO” che sprizza aromaticità da tutti i pori e rimanda con chiarezza al the al bergamotto.
Il Premio “ETICHETTA PIÙ MEJO” se lo aggiudica “UNIO”, in cui il 60% di Nero di Troia prova, con successo, ad addomesticare l’esuberanza del 40% di Primitivo.
Il Nero di Troia di nuovo sugli scudi (dopo l’esperienza a Beviamoci Sud), con “GELSO D’ORO” ed i suoi marcatori di tabacco fine, cioccolato e torrone.
PODERE 29: “GELSO BIANCO” PODERE 29: “UNIO” PODERE 29: “GELSO D’ORO” PODERE 29: assaggi di cui prender nota
THE END
Beh, è stato un pomeriggio intenso.
Un sacco di cose da imparare ed un sacco di cose da approfondire.
Produttori! A presto!